Aumento pensioni marzo 2023 – Cedolino, conguagli e arretrati: Ecco per chi

Tra qualche giorno saranno in pagamento le pensioni di marzo 2023, con l’aumento legato alla rivalutazione. Tuttavia, tanti pensionati potrebbero non trovare ciò che si aspettano.
A partire dal 1° marzo saranno in pagamento le pensioni del prossimo mese, sicuramente le più attese dell’anno per via della rivalutazione. L’aumento delle pensioni di marzo 2023 legato alla rivalutazione non si può controllare dal netto della pensione, ma dal lordo e, più precisamente, dalla voce “Pensione Lorda“. Questo perché la rivalutazione si applica per tutti i pensionati sull’importo lordo, anche se con diverse percentuali.
Al contrario, le varie tasse e trattenute fiscali che portano dal lordo al netto non sono uguali per tutti. Quindi, per via della propria situazione, ogni pensionata o pensionato può avere detrazioni, addebiti o addizionali diverse dagli altri. Perciò è di fondamentale importanza controllare nel proprio cedolino l’aumento delle pensioni di marzo 2023, per capire se e cosa cambia negli importi.
Aumento pensioni marzo 2023: Rivalutazione e arretrati per chi?
Per i pensionati che complessivamente, cioè sommando tutte le pensioni tranne alcune eccezioni, ricevono più di 2.101 euro lordi. Attenzione, la soglia da prendere a riferimento, per capire se si è al di sopra o al di sotto di questo valore, è la pensione lorda di dicembre 2022. Ovviamente, senza l’anticipo del 2% del decreto aiuti bis. In altre parole, basterà fare un confronto con il cedolino delle pensioni di settembre 2022, perché l’anticipo del 2% inizia a partire da ottobre 2022. Oltre alla rivalutazione, i pensionati che rientrano in questa categoria hanno ricevuto anche le differenze arretrate di gennaio e febbraio.
Invece, per chi riceve complessivamente pensioni fino a 2.101 euro lordi, compresi anche i trattamenti assistenziali, come l’invalidità civile o l’assegno sociale, la rivalutazione è applicata nella misura del 7,3% a partire dal mese di gennaio 2023. Anche qui, per controllare di quanto sia stato l’aumento, è comunque possibile fare un raffronto tra il cedolino di uno dei mesi del 2023 e quello di settembre 2022.
Aumento pensioni marzo 2023: Pensioni minime
La legge di bilancio ha introdotto alcuni aumenti per le pensioni minime. Oltre al celebre 7,3%, le pensioni minime sono aumentate di altro 1,5%, se si hanno meno di 75 anni, o di un altro 6,4%, se si hanno 75 anni o più.
Attenzione, la pensione sociale o l’assegno sociale non rientrano tra le pensioni minime, ma tra i trattamenti assistenziali. Al contrario, le pensioni minime sono quelle pensioni in qualche misura lavorative o comunque previdenziali che, al lordo, arrivano al massimo a 525 euro. Anche in questo caso, 525 euro lorde a dicembre 2022 o settembre 2022 per non considerare l’anticipo del 2%. Di conseguenza, queste pensioni possono arrivare a un massimo di 563,74 euro oppure a quasi 600 euro per chi ha almeno 75 anni. Tuttavia, anche se INPS riporta che l’aumento è riconosciuto a partire dal 1° gennaio 2023, al momento manca ancora una circolare di riferimento.
Questo è il quadro degli aumenti per ogni fascia di pensione. Però, è importante sottolineare ancora una volta che si tratta sempre di importi lordi. Su questi si applicano le varie trattenute, che possono cambiare da pensionato a pensionato in base alla propria situazione. Quindi, non è possibile sapere esattamente di quanto aumentano al netto le pensioni di ogni singolo pensionato. È necessario, infatti, avere il quadro completo della sua situazione.
In base a cosa verrà calcolato l’aumento delle pensioni di marzo 2023?
Innanzitutto, le trattenute IRPEF, risultato dell’IRPEF dovuta sulla base dell’importo lordo della pensione meno eventuali detrazioni, se spettanti. Successivamente, ci sono anche le addizionali, comunale e regionale, riferite al 2022. Il pagamento è previsto in 11 rate nell’anno successivo a quello di riferimento, da gennaio a novembre. A queste si aggiunge da marzo anche l’eventuale acconto dell’addizionale comunale riferito al 2023. Le addizionali regionali e comunali possono cambiare in base al proprio territorio.
Inoltre, per alcuni pensionati, a marzo potrebbero esserci anche conguagli delle ritenute relative all’anno precedente. In base alla condizione, possono essere a debito oppure a credito. Però, questo conguaglio si applica in maniera diversa in base all’importo della pensione. Se il reddito annuale da pensione è più basso di 18 mila euro e il debito è più alto di 100 euro, allora il conguaglio sarà rateizzato in 11 rate. Invece, oltre i 18 mila euro di reddito di pensione o meno di 18 mila euro e debito minore di 100 euro, il risultato del conguaglio a debito sarà prelevato direttamente sulla pensione di marzo. Questo potrebbe comportare, in casi estremi, anche un azzeramento della pensione.
Tutte queste voci, in merito all’aumento delle pensioni di marzo 2023, sono elencate proprio sul cedolino della pensione e anche sulla Certificazione Unica 2023.