BLOCCO LICENZIAMENTI: PROROGA FINO AL 31 GENNAIO

BLOCCO LICENZIAMENTI: PROROGA FINO AL 31 GENNAIO
È stata eliminata la possibilità di revoca di procedure di licenziamento già avviate e/o concluse, senza oneri per i datori di lavoro facendo richiesta contestualmente di cassa integrazione.
Il blocco dei licenziamenti previsto dal Decreto Agosto era inizialmente legato all’utilizzo degli ammortizzatori sociali: non potevano licenziare le imprese fino a quando utilizzano la cassa integrazione e quelle che non mettevano più nessuno in cig, ma lo avevano fatto nei mesi scorsi in considerazione del lockdown, avevano un esonero contributivo per quattro mesi, durante i quali non potevano altresì licenziare. Quindi, in pratica, il blocco dei licenziamenti restava per tutte le imprese che avevano utilizzato la cassa integrazione con causale Covid-19, con lo stop a tutti i licenziamenti collettivi.
In sede di conversione in legge del decreto è stata eliminata la possibilità di revoca di procedure di licenziamento già avviate e/o concluse, senza oneri per i datori di lavoro facendo richiesta contestualmente di cassa integrazione.
Con l’art. 14 si dispone il blocco ai licenziamenti economici fino al 31 dicembre 2020 per le aziende che:
- utilizzano la cassa integrazione ex art. 1 dello stesso decreto;
- hanno utilizzato la cassa integrazione e optano per il nuovo esonero contributivo ex art 3.
Con il decreto Ristori si è deciso di disporre anche la proroga del blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio 2021, in attesa del fermo fino a marzo. Esistono, però, una serie di casi in cui non opera il divieto di licenziamento:
- cessazione definitiva dell’attività dell’impresa;
- esodo pensione, ossia accordo collettivo aziendale, stipulato dalle organizzazioni più rappresentative, di incentivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, limitatamente ai lavoratori che aderiscono al predetto accordo;
- fallimento, quando non sia previsto l’esercizio provvisorio dell’impresa (se tale esercizio viene disposto per uno specifico ramo d’azienda, sono esclusi dal divieto i licenziamenti riguardanti gli altri settori).