INL: DATI ALLARMANTI PER LE LAVORATRICI MADRI

INL: DATI ALLARMANTI PER LE LAVORATRICI MADRI

INL: DATI ALLARMANTI PER LE LAVORATRICI MADRI

I dati diffusi oggi dall’Ispettorato nazionale del lavoro riguardanti le lavoratrici madri che si sono dimesse nel 2019, soprattutto a causa delle difficoltà di conciliare i tempi di vita con quelli del lavoro, confermano la necessità e l’urgenza di misure rivolte loro come quelle su cui il Governo è già concentrato.

Così il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, commentando i numeri dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro sulle convalide delle dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri.

I NUMERI

I dati relativi al 2019 diffusi dall’Ispettorato nazionale del lavoro fotografano la frattura che separa uomini e donne al momento della nascita del primo figlio.

Con le neo-mamme costrette a fare i conti con la difficoltà di conciliare i tempi della famiglia con quelli dell’ufficio, soprattutto per la mancanza e il costo degli asili nido;  a complicare ulteriormente il quadro stipendi più leggeri dei colleghi maschi, part-time involontari e mancanza di flessibilità. L’anno scorso sono state più di 37mila le madri che hanno dato le dimissioni a fronte di quasi 14 mila padri. L’Inl ha emesso 51.558 provvedimenti di convalida, il 4% in più rispetto al 2018. Le dimissioni volontarie sono oltre il 95%, quelle per giusta causa il 3%, le risoluzioni del rapporto di lavoro consensuali il 2%. Le dimissioni che riguardano le madri sono il 73%, in aumento rispetto all’anno scorso di oltre due mila casi, stabili invece quelle dei papà.

LE MOTIVAZIONI

Nella «Relazione annuale sulle convalide delle dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri» emerge chiaramente come la motivazione principale sia la difficoltà di conciliare l’occupazione lavorativa con le esigenze di cura della prole per una serie di motivi come l’assenza di parenti di supporto, gli elevati costi di asilo nido o baby sitter, il mancato accoglimento al nido. Le convalide di dimissioni nel 60% dei casi hanno interessato lavoratrici e lavoratori con un solo figlio o in attesa del primo.

Dal Forum delle associazioni familiari arrivano due considerazioni che potrebbero arginare la problematica:

  • la prima sullo smart working che da misura emergenziale potrebbe essere potenziata «proprio nelle fasi più critiche del ciclo della vita familiare»
  • la seconda sul trasferimento obbligato delle donne da un’azienda all’altra in cerca di conciliazione. «Il nostro, al momento, è un Paese lavorativo che si pone contro la famiglia. Per contrastare questa drammatica tendenza servono più aziende family-friendly».

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