MANOVRA: IPOTESI 4 ALIQUOTE IRPEF E NO TAX AREA

MANOVRA: IPOTESI 4 ALIQUOTE IRPEF E NO TAX AREA

MANOVRA: IPOTESI 4 ALIQUOTE IRPEF E NO TAX AREA

La maggioranza sarebbe alla ricerca di una soluzione che riduca da cinque a quattro gli scaglioni dell’imposta sui redditi, andando di concerto ad incidere sulle aliquote centrali ed ad innalzare la soglia sotto cui c’è l’esenzione completa. Al vaglio c’è anche una revisione delle detrazioni con cui si riassorbirebbe anche il bonus Irpef da 100 euro.

Il pacchetto fisco si conferma punto interrogativo della manovra, pronta ad essere esaminata dalla commissione Bilancio del Senato; si attendono difatti le votazioni sulle modifiche dalla prossima settimana. L’obiettivo?  Il pervenire ad un’intesa tra le forze politiche della maggioranza su come impiegare gli 8 miliardi a disposizione nella manovra per ridurre la pressione fiscale, al fine di raggiungerla in tempi stretti, così da formalizzare quanto prima l’accordo in un emendamento dell’esecutivo alla manovra, nel passaggio in prima lettura al Senato.

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, al termine di un evento a Potenza ha ribadito l’esiguità degli 8 miliardi, chiedendone almeno 13 per un taglio forte, contributivo del cuneo fiscale.  Si ritiene che le risorse per abbassare le tasse «debbano essere messe tutte sul taglio contributivo del cuneo fiscale, in primis per mettere più soldi in tasca agli italiani, che hanno mostrato un grande senso civico, che si sono sacrificati in questi 18 mesi. È giusto dare un segno – ha continuato -, mettere più soldi in tasca agli italiani per stimolare la domanda interna. È vero che l’export sta andando molto bene, quest’anno forse faremo 500 miliardi, un record, ma dobbiamo stimolare la domanda interna, che è ferma da decenni. Crediamo, visto che stanno aumentando molto i costi delle materie prime, stanno aumentando i costi energetici, che l’unico fattore di competitività su cui possiamo lavorare sia abbassare il costo del lavoro. Questo è l’intervento che noi chiediamo». Queste le sue parole.

I sindacati, però, deviano da questa suddivisione, asserendo che gli 8 miliardi, debbano essere destinati nella loro interezza a favorire il carico sui lavoratori dipendenti e sui pensionati. La riduzione dell’Irap, sottolinea infatti la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, «non ci vede affatto d’accordo, per tante ragioni» e, inoltre, «la legge di Bilancio contiene moltissime misure a favore delle imprese: oltre 10 miliardi di euro. Crediamo quindi che, se dobbiamo fare una scelta in questa fase, dobbiamo indirizzare queste risorse sui lavoratori e pensionati».

Di concerto è intervenuto anche il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo che ha illustrato un quadro economico chiaro che prevede, nell’ipotesi degli 8 miliardi per il taglio delle tasse destinati al calo del cuneo fiscale sul lavoro, la registrazione di un incremento del reddito delle famiglie pari allo 0,71% rispetto al valore del 2020 (0,089% per ogni miliardo, e pari allo 0,69% rispetto al 2019 (0,086% per ogni miliardo). Nel caso di risorse dirette ad abbassare il prelievo fiscale sulle retribuzioni, «ridurrebbero il carico medio fiscale sulle retribuzioni dell’1,6% rispetto al livello del 2020 (0,20% per ogni miliardo) e dell’1,5% rispetto al 2019 (0,19% per ogni miliardo)».

Si rileva comunque che «non si possono escludere, per la complessità della materia da disciplinare, ritardi nell’attuazione della riforma ovvero interventi soltanto parziali, con conseguenze in termini di tiraggio delle risorse rientranti nella dotazione del fondo già scontate nei saldi tendenziali di finanza pubblica».

Non resta che aspettare quindi l’incontro dell’indomani tra il ministro dell’Economia Daniele Franco e i responsabili economici delle forze politiche di maggioranza.

Lascia un commento