PENSIONI: AUMENTO DEFINITIVO DELL’8,1% DA GENNAIO 2024

PENSIONI: AUMENTO DEFINITIVO DELL’8,1% DA GENNAIO 2024
Mentre tanti pensionati aspettano ancora gli aumenti per la rivalutazione provvisoria del 7,3%, riparametrata secondo le varie percentuali della legge di bilancio, INPS e ISTAT fanno sapere quale è l’indice definitivo, cioè l’8,1%. Ma attenzione, perché questo indice non sarà applicato da subito.
Tramite il comunicato stampa del 17 gennaio, l’ISTAT ha fatto sapere qual è l’indice di variazione media dei prezzi al consumo per il 2022. Questo tasso è stato fissato all’8,1% ed in genere è quello che viene utilizzato come tasso definitivo per la rivalutazione delle pensioni. Lo stesso tasso è stato recentemente confermato anche da INPS. Si tratterebbe di un ulteriore piccolo aumento che va da circa 4 euro lordi, per le pensioni minime, a 8 euro lorde per le pensioni di 1.000 euro, fino a circa 16 euro per le pensioni di 2.000 euro e così via.
Però, questo ulteriore incremento non lo si troverà subito, ma sarà conguagliato successivamente, di norma, a gennaio 2024. Mentre, per le pensioni di questo 2023, si continuerà ad utilizzare comunque l’indice provvisorio del 7,3%, con tutte le percentuali previste dalla legge di bilancio. Questo perché, se aumenta il costo della vita, anche le pensioni dovrebbero aumentare di pari passo, in modo da poter comprare sostanzialmente le stesse cose. Tuttavia, nel corso del tempo i vari governi hanno scelto di applicare la rivalutazione in modi diversi e con indici diversi, per ragioni politiche o di finanza pubblica.
A prescindere dai governi, però, ogni anno verso novembre ISTAT calcola un indice provvisorio dell’inflazione dell’anno in corso. Questo indice viene ufficializzato da un decreto e, di norma, viene poi applicato sulle pensioni a partire dal mese di gennaio dell’anno successivo. L’indice provvisorio per il 2022 è proprio il celebre 7,3%. Ovviamente, se l’indice è stato pubblicato a novembre, non ha i dati completi di tutto l’anno. Infatti, con il tempo, ISTAT elabora anche i dati sull’inflazione fino a dicembre e fornisce, quindi, il dato definitivo per l’anno trascorso.
Questo dato potrebbe essere più alto o più basso rispetto a quello provvisorio, ma comunque, di norma, viene utilizzato per fare un conguaglio degli importi a gennaio dell’anno successivo, come arretrati.
Possono esserci, però, delle eccezioni, ad esempio durante il governo Draghi, il conguaglio della perequazione che si doveva ricevere a gennaio 2023, lo 0,2%, è stato anticipato a novembre 2022 con il decreto aiuti bis. Per il prossimo gennaio 2024, il conguaglio prenderà sempre in riferimento l’importo lordo della pensione di dicembre 2022, senza considerare il 2% anticipato dal governo Draghi, in relazione all’importo lordo rivalutato al 7,3% e dalla legge di bilancio, l’importo che dovrebbe spettare con la rivalutazione all’8,3% e, quindi, gli arretrati previsti per il prossimo dicembre.
Ecco alcuni esempi: una pensione di 525 euro lordi di una persona che ha meno di 75 anni, dovrebbe arrivare a circa 572 euro al mese lordi nel 2022, mentre dovrebbe essere di 576 euro lordi con l’8,1%. Quindi, la differenza è di 4 euro per tutto il 2023, 12 mesi più tredicesima, sarà di circa 52 euro lorde da recapitare al prossimo gennaio 2024. Discorso simile per le pensioni di 1.000 euro: da 1073 a 1081 euro lordi, conguaglio degli arretrati di circa 104 euro lordi. Per le pensioni da 1.500 euro lordi sarà di circa 156 euro; per le pensioni di 2.000 euro lordi, sarà di circa 208 euro; per le pensioni da 2.500 euro sarà di 221 euro; per le pensioni di 3.000 euro scende, sempre per effetto della legge di bilancio, a 156 euro; per le pensioni di 3.500 euro sarà intorno alle 195 euro lorde e così via.