REDDITO DI CITTADINANZA: ECCO COME CAMBIA DAL 2023

REDDITO DI CITTADINANZA: ECCO COME CAMBIA DAL 2023
Il Consiglio dei Ministri ha approvato le modiche sul Reddito di Cittadinanza per il prossimo anno. Alcune di queste, le più invasive, riguarderanno una platea di circa 400 mila nuclei familiari, mentre le altre riguarderanno tutti i beneficiari, perché sono modifiche che riguardano aspetti più generali.
Il 2023, a quanto pare, sarà l’ultimo anno di vita del Reddito di Cittadinanza. Dal 2024, infatti, la manovra per come la si conosce dovrebbe essere completamente sostituita da un’altra misura con un nome diverso e con un funzionamento che non è stato ancora chiarito. Sarà, quindi, un anno di passaggio graduale da RdC a quest’altra misura di contrasto alla povertà, ma anche un anno di risparmi, in quanto le modifiche dovrebbero servire a risparmiare 700 milioni di euro che saranno rimessi a disposizione proprio per la nuova misura.
1. Controlli
Il primo cambiamento che riguarda la platea dei beneficiari di RdC è quello dei controlli, che si muoverà in due direzioni: da un lato, cercherà di sostituire il sistema delle autocertificazioni dei requisiti con in controlli ex ante; dall’altro, invece, rafforzerà i controlli rispetto alla residenza. Inoltre, com’è già noto, la card RdC non può essere utilizzata all’estero, tuttavia verrà introdotto un sistema simile a quello che già opera per la NASpI, ma che dovrebbe essere diretto dai comuni piuttosto che dai centri per l’impiego.
2. PUC
Il governo punta anche ad estendere i PUC, cioè i progetti utili alla collettività presso i comuni. Con la vecchia Legge di Bilancio del governo Draghi, i comuni erano obbligati a impegnare nei PUC almeno un terzo dei percettori residenti. Con questa nuova Legge di Bilancio, invece, l’obbligo sarebbe di impiegare tutti i percettori, tranne quelli che sono comunque esonerati o esclusi dagli obblighi dell’RdC.
3. Lavoro
Scende a uno il numero di offerte congrue rifiutabili, pena la decadenza. Già con la scorsa Legge di Bilancio le offerte “rifiutabili” erano scese da tre a due, con una diversificazione della distanza e l’inclusione dei lavori a tempo determinato. La seconda modifica, invece, riguarda proprio l’interazione tra RdC e lavoro stagionale o intermittente, per cui viene previsto un limite di compatibilità fino a 3 mila euro. Si tratta di una delle modifiche che già trovava spazio nelle 10 proposte del Comitato Saraceno.
E con questo si concludono le modifiche che riguardano, in maniera generale, tutti i percettori, mentre le prossime due riguarderanno solo quella parte che è definita occupabile, cioè i nuclei familiari in cui non ci sono minori, persone con disabilità, persone over 60 a carico e le donne in gravidanza. Non a caso, sono le misure che rappresentano gli enigmi maggiori, per tutti gli altri, invece, non dovrebbero esserci modifiche fino a dicembre 2023.
4. I corsi obbligatori
I percettori che rientrano nella categoria degli occupabili saranno tenuti a frequentare corsi di formazione o riqualificazione professionale per almeno 6 mesi. La frequenza di questi corsi sarà controllata dalle regioni che, in caso di inadempienza, comunicheranno la cosa ad ANPAL per generare la decadenza del beneficio. Resta ancora da capire se si tratta dei corsi di formazione regionali già esistenti che vengono riproposti annualmente o se, invece, saranno corsi ad hoc.
5. Cambia la durata
La durata del beneficio è un punto non ancora del tutto chiaro. Al momento, per i percettori occupabili, dovrebbe essere limitata a 7 o 8 mesi nel 2023, invece che 12. Dalla nota tecnica sembrerebbe di capire che ciò dovrebbe prevedere la percezione da gennaio ad agosto, ma nella realtà dei fatti, non è ancora chiaro se questa modifica andrà ad intaccare solo i rinnovi, se andrà a modificare la legge rispetto alla durata o se rappresenta un vero e proprio stop.