VINO MADE IN ITALY: UN NATALE DAGLI ALTI CONSUMI

VINO MADE IN ITALY: UN NATALE DAGLI ALTI CONSUMI

VINO MADE IN ITALY: UN NATALE DAGLI ALTI CONSUMI

Trend più che positivo nelle vendite di vino, con un export da 8 miliardi di euro. Si può ben sperare, quindi, in un periodo natalizio dagli alti consumi.

Il consumo fuori casa dei fine wine, ovvero i vini di alta gamma, ha segnato un aumento del fatturato del 47% nei primi nove mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021. Questa crescita è strettamente connessa alla ripresa dei flussi turistici, raddoppiati nell’ultimo anno, alla quale si affianca una diminuzione delle vendite nella Grande Distribuzione che, però, è stata un supporto importante durante tutto il periodo di pandemia e lockdown. In merito alle preferenze dei consumatori, il 47% tende ad acquistare etichette di alta fascia di prezzo, tenendo conto della Denominazione, dell’origine locale e della notorietà del marchio. A seguire, il 23% spende oltre 10 euro per una bottiglia di vino e solo il 15% è disposto ad acquistare vini super premium.

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Anche nel caso delle vendite di vino online, la regina indiscussa è l’etichetta italiana. Infatti, nelle principali piattaforme, a fronte di un assortimento di 11.700 bottiglie, il 58% sono Made in Italy, di cui il 63% vini rossi, il 20% bianchi, il 16% spumanti e appena l’1% rosati. Il rapporto Wine Monitor-Nomisma dell’Istituto Grandi Marchi (Igm) evidenzia che i tre principali siti online italiani (Tannico, Vino.com e Callmewine) nel 2021 hanno fatturato ben 94 milioni di euro, con al primo posto i vini rossi di costo superiore ai 50 euro a bottiglia. Tuttavia, con l’inflazione dell’ultimo anno, la preferenza dei consumatori si è leggermente ribaltata, perché le vendite maggiori sono state per marchi di costo inferiore ai 50 euro.

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