LO SPORT NELLA LEGGE DI BILANCIO

LO SPORT NELLA LEGGE DI BILANCIO

LO SPORT NELLA LEGGE DI BILANCIO

L’ultima legge di bilancio ha toccato anche il mondo dello sport,  ha prevedendo nuovi sconti fiscali a sostegno del settore gravemente colpito dalla situazione epidemiologica, rilanciando al contempo disposizioni già in vigore.

Le conseguenze di queste nuove disposizioni avranno effetto sull’Ires, sull’Irap e anche sull’Irpef.

Le federazioni sportive nazionali riconosciute dal Coni non erogano né Ires né Irap sugli utili derivanti da attività commerciali, a patto che versino il 20% allo sviluppo delle infrastrutture riservate ai settori giovanili e alla pratica sportiva dei disabili.

Le persone fisiche che sostengono spese per fruire di attività fisica adattata possono scalare queste dall’Irpef.

Tale legge ha anche rilanciato e prorogato altre disposizioni a sostegno del settore, tra le quali ad esempio lo “Sport bonus”; così viene identificato il credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni liberali effettuate per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche.

La diversità per tale bonus per all’anno corrente è che esso è concesso solamente ai titolari di reddito d’impresa, mentre prima questo spettava anche a persone fisiche ed enti non commerciali.

Il credito di imposta è pari al 65% delle erogazioni effettuate nel 2020, è fruibile in compensazione in tre quote annuali di pari importo e non è cumulabile con altre agevolazioni previste per legge riguardo alle stesse liberalità. Il tax credit spetta per le elargizioni effettuate sia nei confronti dei proprietari degli impianti sia verso i soggetti che detengono gli impianti in concessione o in altro tipo di affidamento

Ciò che si vuole porre in atto con questa serie di misure a favore del mondo dello sport è di potenziare e riqualificare le infrastrutture, per garantire un incremento dell’offerta e rafforzare la funzione educativa dello sport, favorendo l’accesso all’attività fisica già nei primi anni di età, anche per le persone diversamente abili.

Le federazioni quindi, per usufruire del beneficio, devono porre in risalto la finalità dei costi sostenuti. Le spese effettivamente destinate allo sviluppo delle infrastrutture sportive a disposizione dei giovani e dei disabili devono essere riportate dalle federazioni e certificate dagli organi di controllo interno delle stesse o dalle società di revisione da queste incaricate per la certificazione dei bilanci, entro il terzo anno successivo a quello di sostenimento.

La nuova misura è comunque legata al doversi ottenere un’autorizzazione della Commissione europea, ai sensi della disciplina sugli aiuti di Stato.

Il TFUE  postula difatti un divieto generale di procedere a concedere aiuti di Stato, per evitare che, dando  vantaggi selettivi ad alcune imprese, venga falsata la concorrenza nel mercato interno.

Gli Stati membri sono, pertanto, vincolati a trasmettere alla  Commissione i possibili sostegni economici che intendono effettuare, a meno che non sia presente un’esenzione generale per categoria o siano di minore importanza, con un impatto appena percettibile sul mercato.

Risorse anche per l’università, per sostenere le attività della quale e la gestione delle strutture e degli impianti dedicati, si procede a implementare  la dotazione finanziaria prevista di 2 milioni di euro per il 2022 e di 3 milioni di euro per il 2023.

Ciò permetterà di vedere realizzati i programmi di sviluppo degli impianti sportivi degli atenei.

Per lo sport dilettantistico vi saranno invece meno contributi fino al 2023; la legge di bilancio stanzia ulteriori 50 milioni di euro per il 2023.

La legge di bilancio, infine, introduce un nuovo credito d’imposta, a fini Irpef, correlato alle spese sostenute per la fruizione di attività fisica adattata per le persone con malattie croniche e disabilità.

Un decreto Mef, da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, dovrà definire le modalità di accesso al beneficio, tenendo conto anche del limite massimo di spesa, fissato in 1,5 milioni di euro per l’anno 2022.

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