CIRCOLARE INPS SULLE PENSIONI 2023: AUMENTI E ARRETRATI

CIRCOLARE INPS SULLE PENSIONI 2023: AUMENTI E ARRETRATI
Arriva la circolare INPS che ufficializza gli importi di calcolo, gli arretrati e i pagamenti previsti per la rivalutazione delle pensioni 2023.
Con la circolare n. 20 del 10 febbraio, INPS ufficializza l’applicazione degli indici di rivalutazione, gli importi delle rivalutazioni e soprattutto le fasce di garanzia, il tutto con una comoda tabella. La circolare, inoltre, conferma che con la pensione di marzo saranno forniti anche i conguagli spettanti per gennaio e febbraio per quelle pensioni oltre 4 volte il trattamento minimo che non le avevano ricevute.
Innanzitutto, è importante tenere presente che:
- la circolare fa riferimento esclusivamente alle pensioni superiori 4 volte il trattamento minimo;
- la rivalutazione delle pensioni si applica sull’importo lordo di dicembre 2022 senza l’anticipo del 2% che è iniziato da ottobre, quindi l’importo di riferimento è più simile al lordo della pensione di settembre 2022;
- il sistema di rivalutazione scelto dal governo è quello del cosiddetto cumulo perequativo, questo vuol dire che per determinare a quale scaglione di rivalutazione bisogna fare riferimento, verrà considerato l’importo complessivo di tutte le pensioni che si ricevono, tranne alcune eccezioni. Una volta sommati tutti questi trattamenti, viene determinato quale sarà l’indice di rivalutazione che spetta, se l’85%, il 35% e così via. Questa percentuale sarà “spalmata” secondo determinati criteri su ogni singola pensione. In altre parole, se si riceve una sola pensione, la rivalutazione si applicherà solo su quella e, quindi, sarà anche più facile da determinare. Invece, se si ricevono più pensioni, la rivalutazione sarà applicata con l’indice di riferimento, ma questo indice sarà frazionato proporzionalmente su ogni singola pensione. Ad esempio, se si riceve una sola pensione di 2.500 euro lordi, su questa pensione verrà applicato l’85% del 7,3% e, quindi, salirà a circa 2.655 euro lordi. Invece, se si riceve più di una pensione e il totale di queste pensioni arriva a 2.500 euro, allora la rivalutazione dell’85% del 7,3% sarà proporzionata su ogni singola pensione;
- le fasce di garanzia sono un meccanismo per cui, se una pensione si trova di poco al di sopra di una fascia di rivalutazione, ma al di sotto dell’importo della stessa fascia rivalutata, allora sarà rivalutata secondo la fascia precedente fino all’importo massimo garantito. In altre parole, si perde un po’ di aumento della rivalutazione, ma comunque se ne perde di meno rispetto a quanto si perderebbe con la fascia di importo successiva.
Passiamo adesso alla tabella che INPS ha fornito nella sua circolare, a cui abbiamo aggiunto una simulazione degli importi.
La prima fascia di garanzia comprende le pensioni lorde che si trovano tra i 2.101 euro e 2.123 euro. In questo caso, si dovrebbe applicare la rivalutazione all’85% del 7,3%, invece l’applicazione della fascia di garanzia assicurerà comunque fino a 2.254,93 euro lordi (se non ci fosse stata la fascia di garanzia una pensione di 2.101,53 euro sarebbe arrivata a circa 2.231 euro, con perdita di una ventina di euro al mese).
Nella seconda fascia, tra 4 e 5 volte il minimo, la rivalutazione all’85% per le pensioni complessive lorde oltre 2.101,53 euro, ma inferiori a 2.626 euro, gli importi vanno da 2.231,90 euro a 2.789,80 euro, con un aumento che va da circa 140 euro a 163 euro. Invece, per le pensioni lorde tra 2.626,90 euro e 2.685,97 euro, la fascia di garanzia garantisce comunque un importo massimo di circa 2.790 euro lorde.
Per la rivalutazione tra 5 e 6 volte il minimo, indice al 53%, quindi tra 2.626,91 euro e 3.152,28 euro lordi, gli importi vanno rispettivamente da 2.729 euro a 3.274,24 euro, con aumento che va da circa 102 euro a 122 euro. Mentre, per le pensioni lorde complessivamente tra 3.152 euro e 3.165 euro, la fascia di garanzia garantisce comunque 3.274,24 euro.