COMMERCIO DEL GRANO: LO STOP DELLA RUSSIA

COMMERCIO DEL GRANO: LO STOP DELLA RUSSIA

COMMERCIO DEL GRANO: LO STOP DELLA RUSSIA

La Russia sospende l’accordo sulle esportazioni di grano dell’Ucraina via mare. L’Onu avvia i contatti per trovare un punto comune ed evitare, ancora una volta, una crisi alimentare globale.

A seguito dell’attacco ad alcune imbarcazioni della flotta russa nel porto di Sebastopoli, in Crimea, tramite un comunicato le autorità rivelano che sono state colpite anche le unità impiegate nelle attività di controllo previste dall’intesa siglata a luglio con la mediazione dell’Onu e della Turchia. Pertanto, è stata sospesa in via immediata e a tempo indeterminato l’adesione all’accordo. Le Nazioni Unite fanno sapere che sono già stati avviati i contatti con Mosca per salvaguardare quello che è stato definito “uno sforzo umanitario con un chiaro impatto positivo sull’accesso al cibo per milioni di persone in tutto il mondo”.

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Infatti, grazie all’accordo di questa estate con scadenza il prossimo 19 novembre, dai porti ucraini sono partiti ben 9 milioni di tonnellate di prodotti agroalimentari, soprattutto grano e mais. Non è mancata l’osservazione del presidente dell’Ucraina Zelensky, che afferma che la decisione della Federazione Russa era “prevedibile” già da qualche tempo, in considerazione della ridotta partecipazione del personale russo alle attività di controllo, con il risultato che 176 navi sono ferme nel porto di Istanbul dalla fine di settembre.

Dalla Russia, invece, fonti autorevoli del Ministero dell’Agricoltura, annunciano la disponibilità ad assegnare gratuitamente fino a 500 mila tonnellate di grano nei prossimi quattro mesi ai paesi più vulnerabili, sostenendo che la Federazione Russa è pronta a sostituire il grano ucraino con forniture a prezzi accessibili a tutti i paesi interessati.

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