ABBEY ROAD DEI BEATLES SPEGNE 50 CANDELINE (LMW 501F)

ABBEY ROAD DEI BEATLES SPEGNE 50 CANDELINE (LMW 501F)

Nessuno avrebbe mai potuto immaginare quel lontano 26 settembre del 1969, come un giorno che passa alla storia. Perché nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quel disco sarebbe stato il canto del cigno della più grande band di tutti i tempi. Quel giorno usciva “Abbey Road” dei Beatles. Ma per capire meglio la maestosità di questa meraviglia, bisogna fare un passo indietro e tornare al 30 gennaio 1969.

In quella data i Beatles suonarono per l’ultima volta insieme dal vivo, in un luogo a dir poco insolito: la terrazza della sede della Apple Records. L’esibizione passerà alla storia come il “Rooftop Concert”. Il giorno dopo i quattro scarafaggi di Liverpool si diedero appuntamento presso i loro studi di registrazione per valutare il materiale per il loro nuovo album: “Get Back”. Quel lavoro doveva celebrare il loro ritorno alle origini, il tentativo di ritornare al suono essenziale e istintivo che aveva caratterizzato i loro primi anni di carriera. Invece, furono giornate cariche di tensioni.

I Beatles non si sopportavano più l’uno con l’altro. Però, almeno su una cosa erano tutti d’accordo: quelle canzoni, le canzoni di “Get Back”, erano pessime. Quell’album non s’aveva da fare. E allora? Allora, in quel momento critico e senza speranza, i Beatles tornarono ad essere i Beatles. Si rifugiarono tra le mura degli studi di Abbey Road e tornarono a produrre musica divertendosi. Furono mesi senza litigi perché tutti sapevano che quella era la fine.

Perciò decisero di separarsi nel miglior modo possibile. E il risultato ne è la prova più tangibile. L’album “Abbey Road” è la rappresentazione dei Beatles al loro meglio. John Lennon, oramai icona mondiale, artista politicamente impegnato ma soprattutto uomo innamorato mette tutto sé stesso in Come Together, la canzone di apertura dell’album, e Because, ispirato dalla sua musa Yoko Ono. George Harrison firma Here Comes the Sun, Something ed Octopus’s Garden. Invece, Paul McCartney lascia la sua impronta in Oh, Darling! e Maxwell’s Silver Hammer. Insomma, alla fine di luglio del ‘69, il disco era completo. E per titolo fu scelto il nome del luogo che aveva ospitato gli scarafaggi dal 1962, gli studi di Abbey Road. Tuttavia, mancava ancora un tassello.  

Era un caldo pomeriggio di agosto e i quattro dovevano ancora trovare l’immagine di copertina del disco. L’idea iniziale era quella di volare con un jet privato fino al monte Everest, scattare qualche foto, e tornare velocemente indietro per completare il lavoro. Insomma, non proprio il massimo. Allora, Paul McCartney ebbe un’idea, tanto semplice quanto premiata dalla storia, uscire dallo studio e fare uno scatto proprio lì. Esiste anche uno schizzo su un foglio, che Paul fece per illustrale l’idea ai suoi soci. E il resto è storia. Ma non è tutta la storia.

O almeno, non per tutti. Secondo alcuni (“non troppi da essere preoccupanti ma abbastanza da farci preoccupare” ndr.) la foto rappresenta il funerale di Paul McCartney. Come è noto, Paul è scalzo, e in Inghilterra era in uso seppellire i defunti senza scarpe. John è in bianco e può rappresentare sia il lutto in alcune culture orientali, sia il gran sacerdote, o addirittura un angelo. Ringo, di nero vestito, sarebbe l’impresario delle pompe funebri. George, che invece ha i jeans, potrebbe interpretare il becchino. E nella mano destra ha una sigaretta accesa, che all’epoca veniva chiamata anche “chiodo della bara”.

E poi c’è quella scritta sulla targa del maggiolino parcheggiato: LMW 281F. Dovrebbe significare “28 if”, cioè “28 anni se fosse vivo”. Vale a dire l’età di Paul, appunto, se fosse ancora vivo.

Paul McCartney, 78 anni

Invece, le lettere LMW starebbe per “Linda McCartney Weeps”, cioè “Linda McCartney (la moglie dell’epoca di Paul, ndr.) piange”. E per ultimo, all’altro lato della strada, dove tutti si dirigono, un furgone nero che ricorda proprio quelli utilizzati dalla polizia mortuaria in caso di incidenti…

Qualche mese dopo la foto, e più precisamente il 20 settembre del 1969, a pochi giorni dalla pubblicazione di Abbey Road, John e gli altri Beatles si ritrovarono per firmare un nuovo contratto con una casa discografica americana, la Capitol Records. Però fu chiaro a tutti che ormai non c’erano più le condizioni per continuare. Perciò, quando in quel 26 settembre del 1969 uscì Abbey Road, in molti tornò la speranza che la storia dei Beatles non fosse finita. Quel capolavoro poteva mai arrivare da una da una band in crisi? Però, era proprio così. Abbey Road era il prodotto di una band che prima di abbandonare la scena, aveva trovato la forza di restare unita e regalarci l’ultimo grande ballo.

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